Era l’11 dicembre 2019 quando si stabiliva il “Patto Verde”, comunemente conosciuto col nome inglese di Green Deal. Da allora, sta avendo luogo un conto alla rovescia che terminerà nel 2030: la Commissione europea ha stabilito che per allora le emissioni nocive di gas serra dovranno essere diminuite, rispetto al 1990, almeno del 55%. Ciò sta comportando tutta una serie di cambiamenti che non sempre risultano facili da attuare.
Crollo di vendite per la pompa di calore
Nel 2023, la vendita di pompe di calore si è assestata su oltre 1 milione e quattrocentomila dispositivi. Come è noto, queste consentono di riscaldare o raffrescare case e uffici impiegando una fonte green e infinita come l’aria. Tuttavia, quest’anno le vendite sono drasticamente crollate, tornando ai livelli del 2019: si stima che nel 2024 siano precipitate di quasi il 50%.
L’obiettivo nell’obiettivo (ovviamente il principale resta il Green Deal) è di avere almeno 10 milioni di pompe di calore in Europa per il 2027. E se il trend è già in discesa ora, la situazione diventa preoccupante. Il problema risiede innanzitutto nella mancanza di incentivi all’acquisto, che in principio era stata predisposta. In secondo luogo, il gas che aveva subito importanti aumenti a causa della situazione mondiale, ha ripreso a scendere di prezzo.
Ed ecco che le caldaie alimentate con combustibile fossile sono tornate a entrare nelle case dei cittadini europei, specie in Italia e in Germania dove i sussidi sono stati fortemente limitati. Vi è inoltre una sorta di rifiuto collettivo per direttive che appaiono troppo esigenti in un periodo di tempo particolarmente stretto. Poi, naturalmente, ci sono anche i falsi miti legati alle pompe di calore.
Tra verità e falso mito
Tra le nozioni che vanno precisate, c’è quella secondo la quale le pompe di calore devono sempre rimanere accese.Contrariamente a quanto si pensa le pompe di calore attualmente in produzione offrono un’efficienza termica decisamente superiore rispetto ai modelli precedenti. Questo implica che, come per qualsiasi altro sistema di riscaldamento, è possibile accendere e spegnere un climatizzatore a pompa di calore in base alle proprie esigenze.
Le spese dell’energia elettrica, poi, non sono certo le medesime di un sistema con vecchia tecnologia: il caldo o il freddo generati grazie a questi dispositivi sono maggiori rispetto a modelli più datati. Il consumo di energia, dunque, risulta spesso inferiore di oltre il 70%. Se poi si predilige l’abbinamento con impianti fotovoltaici, questa percentuale di risparmio sale vertiginosamente.
E che dire di chi ancora è convinto che un sistema a pompa di calore sia oltremodo rumoroso? Questo era vero forse durante i primi anni di messa in commercio, quando le tecnologie dell’epoca ancora non avevano trovato le migliorie di oggi. Attualmente, i livelli di rumorosità possono al massimo essere equiparati a quelli di un semplice frigorifero.
Radiatori e vecchie abitazioni
Al contrario di quanto si pensi, un radiatore domestico può funzionare benissimo grazie a un impianto a pompa di calore. L’acqua calda generata avrà sempre una temperatura ideale per servire tutti i termosifoni di casa, specialmente se proviene da un sistema ibrido. Non a caso, le caldaie con questa tecnologia producono persino acqua calda sanitaria.
Le vecchie abitazioni con mura antiche, in contesti di paesi molto suggestivi, sembrano non essere adeguate a dispositivi di ultima generazione come le pompe di calore. Invece è una convinzione errata anche questa: proprio grazie alla tecnologia, l’installazione di tali caldaie addirittura in edifici storici arroccati su un monte è assolutamente possibile. Basta che sia effettuata da personale esperto.
In definitiva, le pompe di calore sono un investimento per il futuro da ogni punto di vista: non solo perché il pianeta deve tornare a respirare (e con lui anche noi!), ma perché ogni energia rinnovabile riduce automaticamente i consumi in bolletta, con un risparmio di denaro notevole che molto difficilmente si avrebbe con i combustibili fossili.