Negli anni ‘70 viene introdotto per la prima volta il concetto di economia circolare e da allora è stato studiato e approfondito, ma solo negli ultimi anni è realmente entrato al centro degli interessi economici.
Il cambiamento climatico e la sempre più scarsa reperibilità delle risorse sta costringendo il mondo intero a porsi come obiettivo urgente quello dell’ecosostenibilità, e da qui nasce questa nuova forma di fare business.
Negli ultimi giorni è stato compiuto un passo importante in questo ambito: Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato il decreto per l’adozione del cronoprogramma di attuazione della Strategia nazionale per l’economia Circolare.
Il documento esplicita gli obiettivi e le misure da perseguire per assicurare un’effettiva transizione ad un’ economia di tipo circolare.
Ma che cos’è l’economia circolare?
L’economia circolare è un nuovo modello di business che mette insieme innovazione e sostenibilità.
Il principio alla base è quello del riutilizzo, del riciclo e della nuova vita. Il prodotto, dopo essere stato venduto al cliente, non finirà nei rifiuti ma verrà riassorbito dalle aziende e smontato per riutilizzarne i pezzi.
Alla base dell’economia circolare ci sono quindi cinque principi fondamentali, che mettono le basi per la sua ideologia e il metodo d’applicazione.
Risorse sostenibili. Ovvero l’uso di fonti energetiche rinnovabili e materiali riciclabili. L’obiettivo è non produrre alcun rifiuto, tutto deve essere riutilizzabile.
Prodotto come servizio. Un nuovo concetto che porta le aziende a pensare nell’ottica di produrre un unico servizio destinato a molti, piuttosto che un prodotto replicato molteplici volte per arrivare a tutti.
Piattaforme di condivisione. Uno strumento per permettere ad utenti e proprietari di condividere servizi così da ottimizzare i costi necessari a produrli.
Estensione della vita utile. Una mentalità che porta le aziende a produrre fin dall’inizio beni destinati al lungo termine, concentrandosi piuttosto poi sui servizi di aggiornamento, riparazione efficiente o rigenerazione.
Nuovi cicli di vita. In altre parole un prodotto alla fine del suo ciclo di vita non diventerà rifiuto, ma verrà destinato al riuso o al riciclo.
Esempi nell’applicazione dell’economia circolare
Uno degli esempi più importanti nell’applicazione di economia circolare è quello del cantiere sostenibile, un modo rivoluzionario di progettare cantieri incentrato sull’ecologia e sul riciclo.
I cantieri sostenibili ad esempio vantano un buon sistema di riciclo rifiuti, si impegnano nell’abbattimento delle emissioni e creano un sistema di cisterne e tubazioni per l’approvvigionamento dell’acqua direttamente dal lago lì vicino.
Ma le idee in proposito sulle applicazioni dell’economia circolare sono ancora molte.
C’è ad esempio la possibilità di dare una seconda vita alle batterie dei veicoli elettrici, integrandole ai servizi di rete o gli impianti di storage.
O, ancora, l’idea di riutilizzare il calore termico dell’acqua degli scarichi di grandi strutture come alberghi per la produzione di energia termica, e permettendo così anche un riciclo dell’acqua e un minor spreco.
Infine anche gli impianti a pompa di calore possono perfettamente allinearsi a questa idea innovativa e sostenibile, utilizzando il sistema geotermico.
Tale sistema infatti prevede il riscaldamento e il raffreddamento in maniera naturale dell’acqua utilizzando la temperatura del sottosuolo o l’acqua di falda, e integrandola in un circolo virtuoso di continuo prelievo e rilascio di calore.
In questo modo non vengono più utilizzati i combustibili fossili, salvaguardando così l’ambiente ma permettendo anche una maggiore convenienza nelle spese di produzione.
Tutte queste evidenze portano perciò a capire quanto l’economia circolare sia non solo migliore dal punto di vista ecologico, ma anche conveniente finanziariamente e porterebbe perciò a una maggiore competitività tra le aziende e nel mercato.